sabato 1 agosto 2009

Le Cariatidi

“Si possono attribuire al laboratorio di Alcamene , fine V sec. A. C., le Cariatidi .L` armonia calcolata del supporto architettonico si fonde, in queste figure di fanciulle, con lo sbocciare della femminilita` …. Il movimento delle pieghe (del peplo) anima l` increspamento e gli sboffi del drappeggio in direzione della gamba portante, in un bilancimento tra la vitalita` e l` equilibrio ....” , Charbonneaux, Martin, Villard, La Grecia Classica, pag.165,Bur Arte, 9° ristampa. Il testo scientifico tratta cosi` le Cariatidi, chiamate anche Kores, capolavoro dell` arte classica, esposte nel nuovo Museo dell` Acropoli. Le ho ammirate da vicino per la prima volta anch` io, senza parole, combattuta da un insieme di sensazioni ed emozioni difficilmente esprimibili.Vedendole, mi e` venuto in mente il concetto di metamorfosi: la colonna dorica che si trasforma in corpo di fanciulla con le scanalature che si infittiscono dando origine alla severa veste attica. La vedi questa veste e la senti: sembra fatta di seta pesante che scivola sulle forme del corpo coprendole elegantemente. I corpi delle Cariatidi pare si concretizzino dai loro piedistalli come gli alberi che dalla terra vengono su e fioriscono in tutto il loro splendore a Primavera. Anche il capitello della colonna sembra subire una metamorfosi: diventa testa femminile adornata da un` articolata ma composta pettinatura. Con quale orgoglio queste fanciulle, sviluppatesi dalla colonna e animate dalla vitalita` dell` arte, mostrano i loro capelli quale insegna di giovinezza e sobria bellezza! Sono queste le fanciulle che avanzano in direzione immaginaria dall` Eretteo verso il Partenone e che fanno da contrappeso e completamento alla splendida cavalcata dei giovani che si trovava nel fregio Nord del medesimo tempio, anch` essa esposta nel museo. E mentre, scorrendo il fregio, con l` immaginazione senti i nitriti, lo scalpitare dei cavalli e le voci concitate dei cavalieri, guardando le Cariatidi, ti pare di ascoltare il fruscio pesante delle vesti, mosse dal loro cadenzato incedere. La gioventu`ateniese, che si riconosce nella celebrazione degli ideali della forza, del coraggio e delle arete` della polis, muoveva verso la dea Atena per la consegna del peplo,ma, idealmente muoveva verso di noi, i posteri, che, ammutoliti, ne ammiriamo tuttora il passaggio. Davanti a questi capolavori torniamo a riflettere sugli ideali della bellezza d` animo, della sobrieta` e della dignita` della persona, ma pensiamo anche all` alto grado di civilta` che si e` realizzata quando i cittadini si sono identificati con la polis, il proprio stato. Uomini e donne, grandi e piccoli, ciascuno con la propria specificita`, per il benessere e il progresso di tutti: dovremmo meditare un po` di piu` su quello che suggeriscono le Kores in tempi confusi come i nostri?
Claudia Capone