venerdì 10 luglio 2009

Risposta a proposito della chiusura dei Consolati italiani.

Risposta al consigliere Manoli Kassimatis-Damiani del Comites Grecia a proposito della chiusura dei Consolati italiani.

Sollecitato dal consigliere Kassimatis ad esprimere la mia opinione come ex Pres.Comites Grecia, posso constatare, mio malgrado, che la chiusura dei Consolati italiani, risponde ad una precisa politica dell'attuale Governo di Berlusconi, di completo disinteresse e abbandono ormai degli italiani nel mondo.
Esecutore materiale dell'attuale smantellamento di questi servizi consolari e' il sottosegretario Mantica, il quale ebbi l'onore di conoscere personalmente ad Atene e con l'occasione, ancora non era chiuso il Comites, gli denunciai personalmente le illegalita' e i boicottaggi dei consiglieri azzurri, con l'avvallo dell'Ambasciata.
I consolati italiani non sono che la punta dell'Iceberg per le comunita' italiane nel Mondo,
e seguiranno altri tagli sia di personale sia di Istituti, Organismi, Scuole ecc.
Per evitare questa deriva i Comites nel mondo si devono fare promotori di proteste ma anche proposte verso l'attuale dirigenza del Ministero degli Esteri per evitare conseguenze catastrofiche, ormai, per le nostre comunita' all'estero, specialmente delle fasce piu' deboli come pensionati, lavoratori, e dipendenti strutture pubbliche.

Angelo Saracini
ex Pres.Comites Grecia

martedì 7 luglio 2009

Italiani all'estero, Romagnoli (Pdl) a Italia chiama Italia: "Chiusura consolati necessaria per risparmiare". Mantica? "Coraggioso"

Per il presidente del Movimento per la Libertà, Mantica “ha avuto il grande coraggio di prendere decisioni scomode e drastiche”. “Quando è stato chiuso il consolato di Atene – spiega l'On. Romagnoli -, mi sono battuto in tutti i modi ma, a distanza di tempo, ho capito che gli italiani vivono benissimo anche senza consolato”.

di Barbara Laurenzi

Roma – Prima portavoce della protesta contro la chiusura del consolato di Atene e poi convinto sostenitore della decisione di chiuderne altri, il messinese trapiantato in Grecia Massimo Romagnoli ci spiega quali sono i risvolti positivi della razionalizzazione voluta dal sottosegretario Mantica. Meno costi, meno burocrazia, agenzie più adatte all’interazione con il cittadino e, finalmente, una svolta digitale. Perché, in tempi di crisi, il risparmio non è mai abbastanza.

Partiamo dalla questione Mantica. Condivide il fuoco di fila a cui è stato sottoposto, sia da destra che da sinistra, il piano di razionalizzazione?
Purtroppo, in un governo, non si può accontentare tutti e devo dare atto al senatore Mantica che ha avuto il grande coraggio di prendere decisioni scomode e drastiche. Decisioni che, nonostante sfavoriscano una compagine politica, pensano al bene del Paese.
Lei pensa che la chiusura estera di consolati è un bene interno per il Paese?
Io penso che bisogna vedere l’utilità di alcuni consolati e il relativo numero di utenti. Solo dopo si può decidere se una decisione è negativa o positiva. Fino a ieri, tutti gli italiani in giro per il mondo se la prendevano con i consolati e i loro costi; adesso che li vogliono chiudere, tutti si sono improvvisamente accorti della loro utilità.
La protesta dei suoi colleghi, però, è proprio questa: sono stati comunicati i tagli, ma non la loro motivazione. Lei crede che sia stato effettuato realmente un controllo sull’utilità dei consolati destinati a chiusura?
Ho vissuto in prima persona questa situazione e quindi la posso raccontare come esempio. Quando è stato chiuso il consolato di Atene, mi sono battuto in tutti i modi contro questa decisione e nessuno dei signori che oggi attaccano Mantica mi è stato accanto. Io dicevo: “Se chiudono il consolato di Atene, l’unico in Grecia, è un brutto segnale. Sicuramente ne chiuderanno anche altri”. Nessuno ha creduto alla mia teoria che oggi, invece, si sta rivelando vera.
Se fino a pochi anni fa si batteva contro la chiusura del consolato, come mai adesso è favorevole? Che cosa le ha fatto cambiare idea così drasticamente?
A distanza di tempo ho capito che, anche senza consolato, gli italiano vivono benissimo. Ora in Grecia c’è un’agenzia consolare e tutto funziona perfettamente. Ormai si può fare tutto con internet e, quindi, bisogna stare al passo con i tempi.
Gran parte degli immigrati sono anziani e non hanno dimestichezza con internet…
Gli anziani che non sanno usare internet possono andare nei consolati onorari, grazie ai quali si può risparmiare notevolmente, visto che per aprirne uno non c’è bisogno di un numero minimo di persone impiegate all’interno, come accade invece per i consolati. All’inizio, nella mia esperienza con il consolato di Atene, sembrava che non si potesse vivere senza consolato. A distanza di cinque anni siamo abituati e tutto funziona in maniera efficiente.
Ma ci sono voluti ben cinque anni…
Purtroppo si pagherà uno scotto iniziale in vista di un bene successivo. Noi dobbiamo capire l’utilità di una cosa senza fissarci e farne una questione politica. Inoltre, sinceramente, nei paesi dell’Unione europea il consolato è ormai superfluo. Bisogna trasmettere un messaggio chiaro: siamo in un momento di crisi ed è necessario risparmiare, come in una famiglia quando ci sono dei debiti.
Passiamo al Movimento della libertà. Quali sono le prossime iniziative?
Lunedì partirò in tour per l’Europa. Prima tappa Bruxelles, poi martedì a Liegi, mercoledì a Colonia e poi Berlino, Stoccarda e molte altre città, fino ad arrivare a Marcinelle l’8 agosto. Penso che parlare da vicino è il modo giusto di collaborare con i membri delle comunità italiane; per questo motivo andrò a trovare i responsabili del Movimento negli altri paesi, dove da mesi ci si è attivati per far aprire, da settembre, le nostre prime sedi. Tra i nostri obiettivi vogliamo, innanzitutto, valorizzare gli italiani che si sono distinti in diversi campi, dalla ristorazione all’editoria.
E, in concreto, questa valorizzazione come si manifesterà?
Intendiamo creare una commissione tecnica per ogni settore in tutti i paesi: così in Germania, ad esempio, ci sarà quella della cucina, quella dell’arte, quella della moda; in Francia avverrà lo stesso e così nei vari Stati. Le commissioni saranno composte da persone specializzate in ogni settore e speriamo a dicembre ma più probabilmente a febbraio, organizzeremo una premiazione con il patrocinio della presidenza del Consiglio.
Non aveva parlato di risparmio?
Non chiederemo finanziamenti pubblici per fare tutto questo. Io non ho mai chiesto soldi a nessuno. Il patrocinio non significa che il governo ci finanzia, ma solo che ci dà il suo appoggio e il suo logo, per far capire che anche le istituzioni centrali sono vicine alla gente.
Prossime iniziative della Confederazione di imprenditori?
Stiamo facendo ottime azioni, anche se non sono troppo pubblicizzate perché gli imprenditori preferiscono rimanere anonimi. Il 3 ottobre, in Canada, celebreremo la collaborazione ormai consolidata con l’Associazione degli imprenditori siciliani del Nord America, con i quali abbiamo già aperto una sezione per l’imprenditoria siciliana nel mondo.
Gli italiani in Grecia come giudicano la chiusura di altri consolati, dopo il loro, e che idea si sono fatti delle vicende giudiziarie che coinvolgono il premier Berlusconi?
I nostri connazionali in Grecia sono già orfani di un consolato e loro stessi capiscono che non è cambiato nulla, solo che non c’è più la figura del console. Il Comites non ha preso una posizione pubblica sulla questione. Relativamente alle vicende del premier, vivono la vicenda come nel resto d’Europa: purtroppo abbiamo dei media governati dalla sinistra.
Anche i giornali del resto d’Europa sarebbero governati dalla sinistra?
No, in questo caso la questione è un’altra: il nostro Paese non è più l’Italietta di una volta, si sta imponendo a livello globale e questo dà fastidio alle altre grandi nazioni, che cercano quindi di denigrarci.

da:
http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/16349/2009-07-01.html